R. Ct. “Luca Tarigo”

R. Ct. "Luca Tarigo"Il cacciatorpediniere “Luca Tarigo”, già esploratore, della classe Navigatori, fu la prima unità della sua classe ad essere completata; per questo i Navigatori furono talvolta chiamati anche “classe Tarigo”.

L’unità venne intitolata all’audace navigatore genovese che nel 1347 risalì il Don su una fusta, speciale tipo di naviglio sottile a remi e basso di fondo. Dopo aver raggiunto il Mar Caspio, il Tarigo ridiscese nel Mar Nero lungo il Volga.

Entrò in servizio nel  novembre 1929 ed il periodo iniziale di addestramento in mare aperto rivelò problemi di stabilità. Il Tarigo viene rimandato in cantiere e sottoposto al primo ciclo di grandi lavori di modifica tesi ad aumentarne la stabilità e, dopo le modifiche, i Navigatori risulteranno delle eccellenti unità.

Nel 1930 il Luca Tarigo è tra le unità adibite ad appoggiare la  crociera aerea transatlantica Italia-Brasile degli idrovolanti di Italo Balbo. Al rientro da questa missione svolse la normale attività del Gruppo Esploratori di cui faceva parte e l’8 dicembre 1931 ricevette a Genova la bandiera di combattimento.

Durante la guerra civile spagnola, l’unità svolse missioni sia di scorta che di trasporto truppe italiane dirette in Spagna a sostegno dell’esercito franchista e, nel 1938, fu declassato cacciatorpediniere, entrando a far parte della XIV Squadriglia Cacciatorpediniere.

Nel 1940 viene sottoposto, nei cantieri  di Livorno, alla seconda fase di grandi lavori di modifica. La prua viene ricostruita inclinata in avanti e lo scafo viene allargato di un metro, il che permette anche di ricavare spazio per ulteriori serbatoi di carburante incrementandone l’autonomia. Viene anche potenziato l’armamento. L’aumento di dislocamento provoca una diminuzione della velocità ma risolve definitivamente i problemi di stabilità e tenuta del mare.

Tornato in servizio a guerra già iniziata, i suoi compiti consistevano principalmente in missioni di scorta a convogli veloci di trasporto truppe, nonché nella posa di mine.

La sera del  13 aprile 1941 salpò da Napoli per Tripoli, al comando del capitano di fregata Pietro De Cristofaro, in qualità di caposcorta del convoglio «Tarigo», formato dai piroscafi Arta, Adana, Aegina, Iserlohn e Sabaudia, carichi di munizioni, carburante, veicoli, carri armati, truppe ed equipaggiamenti per l’Afrika Korps e dai piccoli cacciatorpediniere Lampo e Baleno.

Nella notte del 16 aprile il convoglio fu sorpreso ed attaccato da poppa dai cacciatorpediniere britannici HMS Jervis, HMS Janus, HMS Nubian e HMS Mohawk.  Nel violento scontro che ne seguì furono affondati i 5 piroscafi mentre  il Lampo ed il Baleno, ridotti a relitti galleggianti, finirono incagliati sulle secche.

Il R. Ct. “Luca Tarigo”,

ormai solo contro i quattro cacciatorpediniere nemici,  invertì la rotta e si portò al contrattacco.  La nave fu centrata sotto la plancia e gli apparati di governo e trasmissione degli ordini andarono distrutti, il comandante De Cristofaro fu ferito mortalmente e mutilato di una gamba, molti altri uomini restarono uccisi o feriti.

Azionando gli organi di governo poppieri,  il Tarigo si portò a poche centinaia di metri dalle quattro navi inglesi e fu ripetutamente centrata ed incendiata, l’armamento  messo fuori uso, l’equipaggio massacrato, le macchine distrutte.

Un gruppo di superstiti, guidati dal sottotenente di vascello Ettore Besagno, raggiunse l’unico complesso lanciasiluri ancora funzionante ed il sottocapo silurista Adriano Marchetti lanciò tre siluri: due colpirono il cacciatorpediniere HMS Mohawk, che, irrimediabilmente danneggiato, si dovette auto affondare.

Il comandante De Cristofaro ordinò ai superstiti di abbandonare la nave e morì. Nel combattimento e nel successivo affondamento del Luca Tarigo morirono o scomparvero il comandante De Cristofaro, altri 7 ufficiali e la quasi totalità dell’equipaggio, lasciando solo 36 sopravvissuti.

Tra gli scomparsi figura anche Il 2° Capo Meccanico Luigi Nazzari che, pochi mesi prima della tragica battaglia, scriveva la cartolina in franchigia militare. Sulla cartolina il bollo della nave, il bollo di arrivo ed il bollo di censura.

L'impresa del Tarigo
L’impresa del Tarigo da “Domenica del corriere”

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